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Sontag, Susan.

Scrittrice e saggista statunitense. Di famiglia ebraica, visse i primi anni di vita tra Los Angeles e Tucson. Intrapresi gli studi filosofici presso l'università di Berkley, e proseguiteli ad Harvard, Oxford e Parigi, conseguì nei primi anni Sessanta la specializzazione in Filosofia alla Harvard University. Anche grazie a questa formazione accademica così varia, coltivò una grande passione per i più diversi generi artistici, dal teatro al cinema, dalla narrativa alla fotografia, passando attraverso la critica letteraria e filosofica. In un primo tempo insegnò Letteratura, Filosofia e Storia delle religioni in alcune università americane e collaborò con le riviste progressiste "Partisan review" e "New York review of books" in qualità di critico letterario e cinematografico, per dedicarsi successivamente alla saggistica e alla narrativa. Intellettuale completa, poliedrica e anticonformista, attenta osservatrice delle dinamiche della vita socio-culturale contemporanea, la S. è una tra le più apprezzate saggiste contemporanee. Tra i principali saggi citiamo: Contro l'interpretazione (1966); il reportage di guerra Viaggio a Hanoi (1969); Sulla fotografia (1977), storico volume sulla natura e il ruolo sociale della fotografia; Malattia come metafora (1978) e L'aids e le sue metafore (1989), sulla tematica della rimozione della malattia nella società contemporanea; Sotto il segno di Saturno (1980) e A Roland Barthes reader (1982), considerazioni su personalità eminenti della cultura del XX sec.; la raccolta di saggi Where the stress falls (2001); Davanti al dolore degli altri (2003), riflessione sul modo in cui le immagini influenzano la percezione che l'uomo ha della realtà. La S. pubblicò anche romanzi e racconti; tra i tanti ricordiamo: Il benefattore (1963); Il kit della morte (1967); Io, eccetera (1978); L'amante del vulcano (1992); In America (2000) (New York 1933-2004).